La Repubblica, 3 Marzo 2013.

Uno studio olandese afferma che la condizione psicologica è un fattore determinante nei regimi per perdere peso; sentirsi ‘trasgressori’ ci spinge a consumare alimenti più grassi e fa fallire l’obiettivo del dimagrimento.

ROMA – Il senso di colpa fa ingrassare: consumare un pasto come se si stesse commettendo un reato contro la propria linea aumenta le possibilità di fallire nell’obiettivo di dimagrire sul lungo periodo. E’ la tesi che conclude uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Utrecht University in Olanda. La ricerca, pubblicata sulla rivista Psychology & Health, rivela che non è importante soltanto mangiare in maniera più sana per perdere qualche chilo in più, ma che conta anche lo stato d’animo con il quale ci accostiamo al cibo.

Se dunque ci sentiamo in qualche modo responsabili di una trasgressione quando, in regime di dieta, consumiamo un pasto o mangiamo un alimento in particolare, quuesta condizione psicologica ostacolerà tutte le nostre buone intenzioni, ribaltando l’esito del nostro progetto: vogliamo dimagrire e invece saremo destinati a veder crescere il nostro peso.

Secondo la ricerca olandese, ciò avviene perché sentirsi colpevoli mentre si mangia induce a mangiare di più e a mangiare cibi più grassi. Questa tendenza all’assunzione di un numero maggiore di calorie, di fatto, aumenta se ci concentriamo sulle potenzialità “ingrassanti” del pasto che ci apprestiamo a consumare e ci sentiamo successivamente colpevoli di aver “remato” contro l’obiettivo dimagrimento. La conclusione della ricerca è semplice: serve equilibrio nell’approccio al cibo, ma ci vuole anche serenità; altrimenti la perdita di peso resterà un miraggio.