Nonostante l’aumento statisticamente significativo delle separazioni e dei divorzi in Italia (quasi una coppia su sei si separa), la società oscilla da una concezione adattiva di questo evento (una fase del ciclo di quella determinata coppia) ad una negativa (la separazione e il divorzio sono cose negative, si dovrebbe cercare di stare assieme, è necessario accettare alcuni momenti difficili, ecc.) che si ripercuote sulla separazione/divorzio rendendolo più difficoltoso e doloroso ad attuarsi.

La separazione/divorzio sembra mancare di una dimensione corale, ossia di una dimensione di gruppo e collettiva, fatta di norme e rituali che consentano a chi vi passa di ricevere sostegno, conforto, ma anche di rispondere ad interrogativi e critiche, che ad ogni buon conto sono sempre meglio di un silenzio imbarazzato ed evitante.

L’assenza di una voce corale porta le persone ad avere difficilmente strumenti e luoghi per elaborare, ad esempio, il lutto della separazione, o a contenerne l’angoscia e a rilanciare la fiducia nel legame.

La persona separata, spesso, si sente marginale, anche grazie alla rappresentazione collettiva che vuole la persona separata come meno competente professionalmente, meno adattabile alle relazioni sociali, più tendente alla devianza psicologica e con una moralità più dubbia di chi invece vive in una famiglia cosiddetta integra.

Se queste considerazioni possono essere estese sia agli uomini che alle donne che si separano o divorziano la condizione dei maschi è ancora più difficile in presenza di figli. Questo perchè il loro affidamento è fatto quasi sempre e si potrebbe dire pregiudizialmente alle madri storicamente e socialmente considerate più idonee e competenti ad allevare i bambini.

Chi vive la condizione di padre separato si scontra infatti con la constatazione che il 92% dei figli vengono affidati alla madre; questo porta la persona a non sentirsi pienamente nel suo ruolo, una sorta di genitore part-time a cui viene sottratto il diritto/dovere di svolgere pienamente il proprio ruolo paterno.

Le relazioni padri-figli si complessificano ulteriormente nei casi di ricomposizione familiare, ossia quando entrano in gioco i nuovi partner, che aggiungono complessità ad una situazione già sufficientemente difficile da gestire.

In queste situazioni può essere utile al padre separato partecipare a gruppi di confronto e discussione con altri padri che vivono la sua stessa condizione.

L’importanza che la partecipazione a gruppi ha sulle credenze, gli atteggiamenti, i sentimenti, le rappresentazioni che un individuo ha di sé e dell’ambiente in cui vive è nota. Favorendo lo scambio fra persone che compartecipano ad una medesima condizione di vita il gruppo attutisce l’angoscia dovuta alla diversità, consente lo scambio di soluzioni e l’acquisizione di competenze con le quali affrontare le problematiche quotidiane legate alla propria condizione.

Il nostro Studio organizza incontri di gruppo per padri separati che vengono attivati con la presenza di almeno 4 persone e fino ad un massimo di 10. I gruppi si incontrano per 8 volte per un tempo di circa 1 ora e mezzo e sono condotti da uno psicologo esperto della materia.

Se siete interessati a partecipare ad uno di questi gruppi potete telefonare al n. 0536 071497oppure al cell 335 6481479 oppure inviare una e-mail a info@morinilorenzo.it per ottenere tutte le informazioni necessarie.