E va bene. Ammettiamo, per continuare il nostro ragionamento, che i geni, intesi come la genetica, il DNA che costituisce le nostre cellule, siano il fattore determinante di ciò che diventiamo. Ma, si badi bene, di tutto ciò che diventiamo. Non solo che determinino, come in realtà fanno, il colore degli occhi o dei capelli, o l’altezza o la struttura corporea ma che determinino proprio tutto. Anche la timidezza di Giovanni o l’iperattività di Mario. E così Giovanni manifesta comportamenti timidi e riservati perché la sua genetica ha deciso così e Mario manifesta comportamenti irruenti e non sta mai fermo perché, allo stesso modo che per Giovanni, la sua genetica gli ha ordinato così.

In questo caso i giochi sarebbero fatti da subito. O si nasce in un modo che ci piace oppure siamo veramente fregati. Se fosse veramente così non ci sarebbe niente da fare. Niente libertà , niente libero arbitrio, niente cambiamento, niente miglioramento fuori dallo schema dato, niente di niente.

Per cui anche gli inviti dei genitori, dei parenti, degli insegnanti, dei sacerdoti, dei medici, ecc. ecc. a fare meglio, a non sbagliare più, a comportarsi diversamente, ad avere più coraggio, o meno incoscienza, o più sicurezza o meno arroganza, ecc. ecc. tutto ciò non avrebbe più senso.

Ma allora perché si dice che è tutta una questione genetica e poi però veniamo rimproverati se non siamo meglio di come ci comportiamo? Perché coloro che dicono che Saverio è così fin da piccolo, che assomigliava già al nonno fin da piccolo pretendono poi che faccia cose diverse da quelle che ha fatto il nonno? Allora forse c’è chi gioca sporco. C’è chi gioca su due tavoli. Ci sono adulti che quando loro conviene è colpa della genetica (forse perché altrimenti dovrebbe cominciare a chiedersi cosa hanno fatto loro per determinare tali o tal’altri comportamenti, quali sicurezze o incertezze hanno trasmesso e quali risposte o dimenticanze hanno agito nei confronti del figlio/a) e altre volte giocano su un altro tavolo che è quello del cambiamento, dell’impegno, della perseveranza, del coraggio, della forza, ecc. che il soggetto in questione deve manifestare “contro” apparentemente almeno, la sua “natura”.

In questo modo cosa si ottiene: un doppio inganno. Il danno e la beffa. Il danno perché si è stati inseriti in un contesto e in un clima deterministico e innatista. Ciò che sei è il prodotto del tuo corredo genetico. L’individuo è all’interno di un copione che egli non governa. La beffa arriva quando tali presunti indirizzi genetici si manifestano in maniera tale da complicare la vita della persona e della sua famiglia. A questo punto gli viene detto che se lui si impegna ce la può fare, che può cambiare la direzione della sua vita, che solo lui può farlo ecc. ecc. E’ una vera beffa perché non lo si è protetto, rassicurato e accompagnato nel momento in cui aveva bisogno di crescere e formarsi forte e sicuro e ora gli si dice che deve comunque cavarsela da solo perché quello che è diventato, anche per responsabilità altrui, lo deve cambiare da solo. Continua…