Come affrontare i disturbi specifici del linguaggio Sassuolo

Quali sono? Come si manifestano?

Disturbi specifici del linguaggioCon DSL (Disturbo Specifico di Linguaggio) si intende un ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico, in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e di importanti carenze socio-ambientali.

Disturbi specifici del inguaggio: classificazione

I bambini con disturbi specifici di linguaggio presentano difficoltà di vario grado nella comprensione, produzione e uso del linguaggio, in una o in tutte le componenti linguistiche

fonologia (i suoni della lingua)

sintassi (la struttura del linguaggio)

semantica (il significato delle parole)

pragmatica (le conseguenze pratiche dell’uso del linguaggio)

ed una evoluzione nel tempo che varia in rapporto alla gravità e persistenza del disturbo linguistico.

Questi soggetti mostrano un linguaggio spesso difficile o impossibile da capire, a causa della pronuncia incomprensibile di alcune parole. I bambini che sono coscienti del loro problema linguistico perchè hanno difficoltà a farsi comprendere, possono rifiutare lo scambio comunicativo.

Disturbi specifici del linguaggio e conseguenze sui bambini

Ciò, ovviamente, diminuendo le esperienze linguistiche e comunicative non fa che aggravare e accentuare le difficoltà a parlare e può provocare ulteriori possibili difficoltà comportamentali del bambino causando chiusura e isolamento sociale, sentimenti di insicurezza, bassa autostima.

Tra i principali fattori che possono influenzare l’evoluzione vengono segnalati: la gravità della condizione iniziale, l’età del bambino alla prima consultazione, la possibilità di usufruire di una terapia logopedica precoce ed appropriata.

Per convenzione sono stati definiti come “parlatori tardivi” quei bambini nei quali la comparsa del linguaggio è ritardata rispetto ai coetanei normali, e che presentano un vocabolario espressivo inferiore rispetto ai coetanei a 24 mesi e/o assenza di linguaggio combinatorio (capacità di strutturare cioè di mettere assieme in modi diversi le stesse parole o parole diverse) a 30 mesi.

Quali sono i fattori di rischio?

Tra i fattori extralinguistici di rischio notevole peso viene attribuito alla familiarità per problemi del linguaggio e dell’apprendimento, al sesso (netta prevalenza nei maschi) e alla presenza nella storia personale di otiti ricorrenti nei primi anni di vita. Per quanto riguarda l’associazione con problemi emotivi e comportamentali, diversi studi mostrano che i disordini emotivi, comportamentali e di attenzione ricorrono più frequentemente in bambini con disordini del linguaggio rispetto alla popolazione generale, costituendo fattori aggiuntivi di rischio per lo sviluppo comunicativo, affettivo e sociale.

Un parametro di cui tener conto ai fini clinico-diagnostici e riabilitativi è la modalità attraverso cui si presenta il disturbo specifico del linguaggio nelle sue diverse modalità. I dati suggeriscono che è molto importante un intervento precoce e che prima il bambino giunge ad una consultazione specialistica e prima è possibile valutare le caratteristiche specifiche delle sue difficoltà e identificare i suoi bisogni riabilitativi. Iniziare presto un lavoro specifico di recupero e di riabilitazione del linguaggio offre indubbi vantaggi nelle opportunità che tali ritardi e difficoltà vengano colmati e superati positivamente.

Disturbi specifici dell’apprendimento e Test valutazione linguistica

Per quanto riguarda le procedure di valutazione linguistica, si conferma la necessità di un’indagine accurata delle diverse competenze linguistiche. Ciò va fatto sia in riferimento alle modalità con cui il bambino si esprime linguisticamente sia rispetto alle sue capacità di comprendere il linguaggio. Dato il ruolo centrale che la comprensione svolge nel processi di apprendimento del linguaggio, la valutazione di “cosa” il bambino capisce e di “come” comprende e interpreta le informazioni verbali rappresenta una fase indispensabile del percorso diagnostico, in quanto le difficoltà in questo ambito costituiscono indicatori significativi di rischio in età prescolare ed elementi prognostici negativi in età successiva.

In questi ultimi anni è aumentata costantemente negli operatori la consapevolezza che, per incidere significativamente sui tempi e sui modi di apprendimento del linguaggio nei bambini con DSL, è necessario procedere ad una presa in carico riabilitativa il più possibile precoce e intensiva. In quest’ottica è importante aiutare i genitori e gli operatori dell’asilo nido e della scuola materna a cooperare al processo terapeutico nei diversi momenti della vita del bambino, al fine di sostenere e integrare il lavoro logopedico, moltiplicando le occasioni di stimolazione e di rinforzo dell’apprendimento.

Il rischio insito in questa “alleanza” è che lo stile comunicativo dell’adulto possa tradursi in un metodo pedagogico troppo intrusivo, cioè in atteggiamenti eccessivamente direttivi e quindi inevitabilmente frustranti. Questo rischio può, a nostro avviso, essere ovviato attraverso colloqui di chiarificazione e sostegno che hanno lo scopo di aiutare genitori ed educatori a integrare la modalità più “didattica” di supporto e sollecitazione all’acquisizione dello strumento linguistico da parte del bambino con interazioni più empatiche e naturali che permettono di evitare che questi interventi diventino eccessivi e frustranti.

Come intervenire?

Il programma d’intervento deve essere finalizzato a cambiare quegli aspetti della pronuncia del soggetto che sono stati identificati dalla valutazione fonologica come i maggiori responsabili di una comunicazione inadeguata.

La pianificazione del programma d’intervento implica una serie di scelte che vanno dalla selezione degli stimoli da allenare e del materiale da usare, alla scelta della procedura da seguire e delle attività da svolgere. Il linguaggio deve essere insegnato in situazioni comunicative simili a quelle della vita quotidiana. Apprendere in contesto linguistico e situazionale naturale dovrebbe facilitare il trasferimento delle capacità apprese in terapia a situazioni comunicative reali della normale interazione.

I disordini fonologici sono non solo i disturbi della comunicazione più frequenti nei bambini in età prescolare e scolare, ma è stata osservata una stretta relazione tra i disordini fonologici e le successive abilità di lettura, scrittura, spelling e capacità matematiche.

I bambini che ricevono un intervento precoce di questo tipo mostrano dei produttivi cambiamenti nel loro sistema fonologico che comportano soprattutto un miglioramento della loro comprensibilità e in generale della loro capacità comunicativa.

Alcune specifiche importanti

Bisogna infine ricordare, cosa sempre fondamentale in tutti i processi di apprendimento e di sviluppo psicologico e affettivo che la mente è un elemento flessibile, plastico e duttile che, se allenato adeguatamente, produce risultati a volte insperati e inaspettati.

A ciò si aggiunga che gli aspetti psicologici legati al successo o all’insuccesso negli apprendimenti sono particolarmente importanti se non essenziali nel sostenere positivamente o al contrario negativamente tutte le persone e in particolar modo i bambini nel loro percorso di crescita e di apprendimento.

Lo stesso discorso vale per i genitori che, di fronte ai miglioramenti del proprio figlio, riprendono fiducia e sicurezza in un positivo ulteriore sviluppo del linguaggio e dell’apprendimento del proprio bambino.

Relativamente ai disturbi specifici del linguaggio il nostro studio è in grado di offrire percorsi valutativi, diagnostici, di sostegno e riabilitativi al bambino e di supporto psico educativo ai genitori attraverso personale (psicologi e logopedisti) appositamente formato e con esperienza specifica nel settore. (vedi anche LogopediaDifficoltà di apprendimento.)