Guardare avanti nella psicologia dello sport

Come gestire l’insuccesso nello sport

Guardare avantiChi pratica una attività sportiva è capace di guardare avanti? Oppure resta legato al passato! Riesce a non pensare solo all’errore commesso, al risultato mancato, all’occasione persa?

E’ comune, normale e comprensibile dispiacersi per gli errori commessi e per gli obiettivi non raggiunti.

Chi non è arrabbiato, dispiaciuto o imbarazzato per le sue cattive performance? Detto questo, è caratteristico di alcune persone riuscire a chiudere in fretta il capitolo dei brutti ricordi mettendo in campo  rinate convinzioni e sicurezze.

E’ invece caratteristico di altre persone sostare troppo a lungo sulle cose sbagliate, sugli errori e sulle conseguenze che tali episodi hanno sulla propria idea di sé. Conseguenze che inducono il soggetto a pensare di essere stato poco capace, di avere sbagliato per propria colpa e di essere dunque una persona che vale poco.

Vorrei precisare che si tratta di meccanismi piuttosto complessi e che in queste poche righe vengono presentati in maniera sintetica ma fondamentalmente corretta. Si tratta di aiutare a riflettere su alcuni meccanismi che concernono la costruzione della idea di sé con la conseguente fiducia o sfiducia, sicurezza o insicurezza nelle proprie capacità e la ulteriore conseguenza sul proiettare se stessi nel futuro.

Se infatti il soggetto rimane più legato alle esperienze negative senza darsi il permesso e l’opportunità di “perdonarsi” per ciò che ha fatto non riuscirà ad andare avanti con sufficiente fiducia e convinzione. Di conseguenza le esperienze future saranno più a rischio di ulteriore insuccesso che se lo stesso soggetto sarà stato capace di lasciarsi alle spalle i propri errori o i propri insuccessi e si sarà permesso di continuare a darsi fiducia e credibilità.

Ma che cosa distingue il soggetto che guarda al futuro da quello che rimane legato al passato?

La distinzione fondamentale è quale idea di sé questi soggetti hanno costruito. Una persona che ad ogni suo errore ha incontrato critiche ha probabilmente costruito una idea di sé negativa. Probabilmente di persona poco capace, che delude le aspettative, e quindi poco amabile. Egli, colpito nella sua idea di sé, rimarrà legato ai propri insuccessi. Di consguenza vivrà anche gli eventuali successi come casuali, non ripetibili, legati più alla fortuna che alle proprie virtù. Questo lo lega al passato e gli preclude il futuro.

Chi dopo un errore ha trovato chi, pur riconoscendo lo sbaglio, lo ha poi sostenuto, rinforzandolo nel provarci di nuovo, si sarà convinto di avere delle opportunità. Probabilmente riconoscerà le proprie capacità. Perciò sarà consapevole che qualcuno che lo sostiene nei difficili percorsi della vita. Quindi guarderà avanti dandosi delle nuove opportunità e credendo di poter raggiungere i propri obiettivi.

Ciò è vero nelle competizioni sportive ma è altrettanto vero nella vita in generale. Rimanere al passato o protendersi verso il futuro diventano modelli guida poi del nostro comportamento. Guardare indietro ai propri errori è essenziale per non commetterli più. Allo stesso modo guardare avanti vuol dire darsi l’opportunità e il permesso di fare meglio domani. Nelle competizioni sportive ciò è essenziale. Nella vita lo è ancora di più.  Continua…