Come combattere ansia e stress
Cos’è l’ansia? Come viene gestita in fase di adolescenza? Come si manifesta?
L’ansia è una delle emozioni umane più comuni. Tutti proviamo ansia. L’ansia è un prodotto della paura perciò è una emozione normale e anzi, se non ci fosse, l’uomo non sarebbe sopravvissuto ai pericoli che la vita gli fa incontrare quotidianamente. Se non avessimo paura faremmo cose o utilizzeremmo comportamenti che ci mettono in pericolo. La paura è perciò un meccanismo di difesa fondamentale per la nostra sopravvivenza.
Detto questo capita tuttavia sempre più spesso che si provi paura eccessiva e di conseguenza ansia in maniera e grado tale che essa diventa un elemento di disagio e non di aiuto.
Inoltre quando l’ansia è provata a livelli moderati, serve a motivare e stimolare l’individuo, oltre che a migliorarne l’attenzione e la memoria. Quando invece raggiunge gradi eccessivi può causare disagio, sia a livello psicologico che fisico.
Se dobbiamo affrontare un esame o una prova l’ansia che ciò ci provoca ci stimola ad una maggiore attenzione, a ritrovare tutte le nostre capacità e conoscenze, a reagire alle richieste e agli stimoli che ci vengono dall’esterno. Ma se l’ansia è troppa restiamo bloccati, non sappiamo rispondere, non ci ricordiamo nemmeno quello che abbiamo studiato e così rischiamo di fallire la nostra prova.
Gran parte dei segnali caratteristici dell’attacco ansioso sono identificabili attraverso un’esagerazione delle reazioni di attacco e di fuga: con un aumento della tensione muscolare o dell’accelerazione del battito cardiaco oltre che con l’aumento dell’attività sensoriale. Dal punto di vista comportamentale l’ansia si manifesta, in genere, con un comportamento di evitamento o di fuga dalla situazione temuta o minacciosa.
Conseguenze dell’ansia
Il valore di minaccia e di conseguente ansia di una situazione è anche legato alla sicurezza che il soggetto ha in sé stesso, nelle proprie risorse e capacità: se la situazione è percepita come una grave minaccia e la persona ritiene di non avere in sé alcuna risorsa per fronteggiarla sentendosi così impotente di fronte ad essa avrà una forte risposta ansiosa. Spesso ci formiamo idee e convinzioni assai rigide di interpretazione e valutazione della realtà che ci impediscono ogni miglioramento e così siamo costantemente indotti all’evitamento di quella particolare situazione.
Si intende per evitamento il comportamento che porta la persona ad astenersi dal fare una certa cosa o dall’andare in un certo luogo o anche dal semplice allontanarsi da casa o da un luogo sicuro. Tali comportamenti di evitamento portano il soggetto ansioso ad evitare di fare, fuori dalla propria abitazione, cose che l’attuale organizzazione sociale porta sempre più spesso a fare: per esempio mangiare in un luogo pubblico, andare in bagno in un luogo pubblico, dormire fuori casa, ecc.
Queste sensazioni di disagio e di ansia nascono dalla nostra storia personale, dai rapporti e dalle relazioni che abbiamo instaurato con i nostri genitori e col mondo in generale, dalle idee e dalle aspettative che abbiamo costruito o che ci è stato richiesto di rappresentare.
Alcune persone si autocurano attraverso degli strumenti spontanei di riduzione personale dell’ansia. Questi strumenti possono essere per esempio il mangiare in eccesso, oppure l’uso di alcol e farmaci che, se male utilizzati, possono diventare essi stessi un problema.
L’ansia percepita ad alti livelli e ad alta frequenza può dare vita a situazioni di malessere come per esempio: fobie, attacchi di panico, comportamenti ossessivi e compulsivi, stress.