Depressione post – partum sostegno psicologico Sassuolo
Cosìè la depressione post-partum?
Si tratta di un condizione emotiva che si manifesta in una donna dopo il parto. Può trattarsi di alcuni giorni dopo, di alcune settimane dopo o di alcuni mesi dopo la nascita del bambino.
Quali sono le forme di depressione post partum?
Ci sono fondamentalmente tre forme principali:
– il baby blues
– la depressione post partum
– la depressione maggiore o psicosi puerperale
Le ricerche sul tema sono concordi nel sostenere che gli episodi di depressione post partum concernono circa il 10% della popolazione interessata il che corrisponde alla percentuale di persone depresse sulla popolazione generale. Ciò ci induce a pensare che dunque la depressione post partum potrebbe anche essere semplicemente una manifestazione di una condizione generale di depressione che si manifesta o viene attivata da quella situazione assolutamente particolare che è il parto.
Come si manifesta?
Le manifestazioni più caratteristiche della depressione post partum sono:
– irritabilità con aumento dell’aggressività espressa
– stanchezza (anche dovuta alle condizioni fisiche di accudimento del bambino)
– psicosomatizzazioni (spesso di natura alimentare ma anche legate al ritmo sonno veglia che risulta ovviamente perturbato dagli impegni per l’accudimento del bambino)
– sentimenti di inadeguatezza (timore di non essere in grado di prendersi cura del bambino)
– sono una cattiva mamma; non riuscirò mai ad essere quella mamma (perfetta) che ho in testa
– perdita del desiderio sessuale: che si protrae per più di 2/3 mesi ma arriva anche verso gli 8/9 mesi
Quali elementi posso peggiorare la situazione?
In questo contesto ci sono alcuni elementi che possono aggravare la situazione:
– Storia personale e familiare di ansia/depressione
– Conflitti coniugali
– Situazione socio economica precaria
– Isolamento sociale
– Esperienze stressanti nella vita (perdite, lutti, conflitti, ecc.)
Quali sono i fattori di protezione?
Ma ci sono, per fortuna, anche elementi che tutela e che rappresentano fattori di protezione:
– Sostegno del partner
– Buon inserimento sociale
– Possibilità di avere aiuti nella gestione del bambino
– Comprensione (da parte della famiglia) della condizione di depressione e assenza di “blaming” (rimproveri)
Depressione post partum nella cultura contemporenea
A questo punto può essere essenziale inserire il tema della depressione post partum all’interno di un contesto socio culturale che descrive la maternità come qualcosa di bello, naturale, meraviglioso, ecc. Frasi e pensieri come “avere un figlio è il più bel dono della vita” oppure “l’amore materno è un sentimento innato” sono elementi noti e diffusi nella nostra società e dunque trovarsi, proprio malgrado, in una condizione di depressione dopo un evento tanto “bello e meraviglioso” non fa che aumentare il senso di colpa e di inadeguatezza della madre. Oltre a ciò si crea, in questi momenti, una situazione emotiva e psicologica che viene spesso definita “situazione impossibile”. Se infatti la madre si ascolta, sente e accetta la propria condizione di depressione ma poi si confronta necessariamente, con le idee dominanti si sente fuori posto e inadeguata, se non si ascolta e segue solo le idee dominanti capisce che lascia andare qualcosa di sé e perde la capacità di ascoltarsi e di dare valore ai propri sentimenti e alle proprie emozioni. Qualsiasi cosa faccia sta male.
La situazione peggiora quando la madre riceve rimproveri e incomprensioni e le viene ricordato che non deve (che sottintende che non può) essere triste perché ha avuto un bambino sano, è andato tutto bene, deve pensare al bambino, ecc. Ma in quel momento la madre, oltre che pensare al bambino, deve pensare a se stessa perché se non sta bene lei non starà bene neppure suo figlio.
Cosa si può fare in questo momento?
La famiglia, a cominciare dal partner, debbono stare vicino alla madre, ascoltarla, accettare la sua condizione e sostenerla. Si può cercare un aiuto esterno nella gestione del bambino e permettere alla madre di riposarsi. “Vai a letto, riposati, esci qualche ora che al bambino ci pensiamo noi!”
La vicinanza alla neo mamma deve essere dunque sia materiale che affettiva. E’ necessario superare l’isolamento della mamma e del bambino che in genere caratterizza i primi mesi dopo il parto perché capita che dopo la nascita di un bambino non si esca più di casa per mesi. La donna rischia di perdere la cura di sé e della propria persona e anche farsi una doccia diventa un problema complicato. In questi momenti uscire di casa, fare una passeggiata al parco dove magari incontrare altre carrozzine e altre mamme con cui scambiare qualche opinione è una cosa fondamentale.
Nel caso in cui la donna si senta depressa o preoccupata è bene parlarne col proprio medico curante, col pediatra del bambino ed eventualmente si può chiedere una consultazione psicologica durante la quale si presterà attenzione ai bisogni di ascolto della neo mamma e si aiuterà la coppia a gestire questa nuova condizione familiare assieme.
Questo impedirà che la situazione si complichi sia per eventuali difficoltà nella relazione madre-bambino innestata da questa condizione di depressione post partum, sia che si creino distanze e incomprensioni tra la coppia che possono sfociare in difficoltà di relazione (anche sessuale) tra i partners.