EMDR Sassuolo
La tecnica dell’EMDR
La tecnica dell’EMDR è una procedura psicologica di intervento e di cura di alcune situazioni determinate da traumi, gravi incidenti, stress estremo e simili.
La sigla EMDR dall’inglese Eye Movement Desensititazion and Reprocessing(Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) nasce negli Stati Uniti nel 1987 da una scoperta occasionale della psicologa Francine Shapiro che notò come i movimenti oculari pilotati in un certo modo fossero in grado di ridurre e poi cancellare all’interno del nostro cervello emotivo l’intensità negativa degli eventi traumatici di alto e medio livello.
Possiamo dire che questo metodo, totalmente incentrato sul paziente, sfrutta la naturale potenzialità di autoguarigione che esiste in ciascuno di noi. Aiuta a guarire le ferite della nostra esistenza e può essere integrata con altri tipi di psicoterapie, (approcci terapeutici psicodinamici, sistemico relazionali, cognitivi, ecc.) spesso senza il supporto di rimedi farmacologici.
EMDR: la storia
Chiamato inizialmente “EMD“, era originariamente concepito come uno strumento utile a persone con Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) in quanto l’impiego di determinati movimenti oculari sembrava consentire un rapido ed efficace effetto decondizionante nei confronti delle memorie traumatiche presentate dai reduci di guerra e dalle vittime di stupro.
Successivamente la metodica è stata affinata concettualmente ed empiricamente mutando il nome in “EMDR” nel momento in cui la Shapiro si è resa conto che la procedura modificava profondamente la rete di informazioni e ricordi connessa al trauma oggetto dell’intervento (Shapiro, 1995).
L’EMDR, inoltre, si è trasformata progredendo su due versanti:
- da un lato, con un approccio estremamente pragmatico, ha incorporato al suo interno spunti teoretici ed applicativi provenienti da differenti paradigmi psicoterapeutici allo scopo di potenziarne l’efficacia e la flessibilità (Shapiro, 1995);
- dall’altro lato, tenuto conto di tali arricchimenti e integrazioni, ha consentito l’applicabilità della metodica ben oltre i limiti dell’originario ambito del Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).
In Italia la tecnica EMDR ha iniziato la sua applicazione nel 1999.
L’EMDR oggi
I pazienti affetti da disturbi da stress post-traumatico sanno benissimo che nel tempo presente non dovrebbero più stare così male, che il tempo che li separa dal fatto doloroso dovrebbe ormai aver guarito le ferite. Tutti sanno di non essere più in pericolo e sanno anche che non saranno sopraffatti da un accadimento negativo ormai lontano; lo sanno ma non lo sentono. Ed ecco che l’EMDR viene proprio impiegato per permettere la guarigione a livello emotivo, perché quella a livello razionale è già avvenuta.
Questa tecnica infatti è stata largamente utilizzata sui reduci di guerra del Vietnam e più recentemente sui sopravvissuti al crollo delle torri gemelle di New York. In Italia, alcuni psicoterapeuti si sono adoperati per aiutare la popolazione dell’Aquila dopo il terremoto del 2009 ed ancora prima con i bambini sopravvissuti al crollo della scuola di San Giovanni di Puglia.
La tecnica dell’EMDR per i bambini
L’E.M.D.R. infatti è una tecnica che può essere d’aiuto anche ai bambini, per la sua semplicità e la sua immediata efficacia. E’ preziosa nel rimuovere traumi sia con la “T” maiuscola che minuscola, che possono aver provocato dolori ad adulti e bambini. Alcuni soggetti possono essersi sentiti umiliati alle elementari da un insegnante troppo severo vivendo ciò come una profonda ferita. Altri possono essere stati lasciati improvvisamente da un fidanzato. E ad un livello ancora più forte, tante madri hanno perso un figlio, altre persone stentano ad accettare un divorzio o un dissesto finanziario.
Quando si sono vissute certe esperienze non si smette mai di riflettere; ogni evento doloroso ci blocca e nel tempo ci fa rivivere le emozioni che rimangono aggrappate al passato anche quando acquisiamo una visione razionale del trauma che abbiamo subito. La sola evocazione del ricordo di un episodio tragico può ributtarci nello stessa paura o panico vissuto anche molti anni prima. L’EMDR va proprio a rimuovere questi ricordi traumatici e aiuta fortemente il paziente a ricucire e a guarire definitivamente i traumi subiti.
Che cosa succede al momento di un trauma?
Gli studiosi hanno appurato che, al momento di un grosso trauma, il cervello disattiva alcune aree e perde temporaneamente la capacità di elaborare quanto è successo. Al contempo avviene invece un superlavoro di altre zone, definite primitive o sensoriali, quelle in cui risiedono, per esempio, le facoltà dell’udito o dell’olfatto.
L’evento resta così cristallizzato e scomposto in sensazioni fortissime (odori, suoni, colori) ma non può venire capito e spiegato dalla mente, che lo lascia a riposo per anni, sino a che un fatto casuale non lo richiami. L’esperienza viene immagazzinata così com’è, quale pura esperienza sensoriale e secondo quanto sostenuto dai concetti che stanno alla base di questa tecnica, tale esperienza traumatica non potrà mai venire integrata ed elaborata tramite il linguaggio. Nel corso della vita possono essere tante le esperienze vissute in modo drammatico e che restano imprigionate nella mente senza che la persona ne abbia coscienza.
I traumi restano “congelati”
Nell’essere umano esiste un meccanismo naturale di guarigione dai traumi psichici che però non sempre è in grado di autoattivarsi.
Un’esperienza drammatica di qualsiasi tipo, o comunque vissuta come tale, viene archiviata nel sistema nervoso, immagazzinata sotto forma di frammenti sensoriali distinti (odore, colore, ricordo visivo). Qui, non è più soggetta alla elaborazione che avviene normalmente per tutte le altre esperienze. Resta “congelata”, inaccessibile ai percorsi che continuano a sovrapporsi di volta in volta nella vita della persona, per cui non viene cancellata o mitigata dalle esperienze successive.
Le esperienze si ripresentano
Il fatto di non riuscire a superare un trauma ha come conseguenza un blocco dei percorsi emotivi che dà luogo a disturbi di vario tipo, dall’insicurezza, all’ansia, alla depressione, agli attacchi di panico, sino a veri e propri problemi psichiatrici.
Quando succede qualcosa, magari apparentemente anche poco significativo, che però riattiva questo stimolo, l’esperienza traumatica si ripresenta così come era all’inizio, con la stessa identica violenza emotiva, ed è in grado quindi di interferire negativamente, anche a distanza di parecchi anni, sulle esperienze quotidiane di una persona, proprio come se fosse appena successa.
Spesso la persona, prima di rivivere in maniera così forte il ricordo del trauma subito anni prima era convinta di averlo accettato e superato, tanto da parlarne con il terapeuta o i familiari. Salvo poi accorgersi, sollecitata da un fatto esterno apparentemente banale, che l’esperienza aveva conservato negli anni, inalterato, il suo potere negativo.
In che cosa consiste
Sembra che l’EMDR sia in grado di riattivare questo meccanismo naturale di rielaborazione dell’informazione che normalmente consente di superare anche le esperienze più negative. In pratica sblocca l’esperienza traumatizzante consentendo al sistema nervoso di cominciare a rielaborare il fatto con mezzi naturali.
L’episodio viene scongelato, rimesso in circolazione nel circuito dei ricordi e delle emozioni e “digerito” in maniera accelerata.
Come si svolge una seduta
Il soggetto viene invitato a portare la sua attenzione sull’esperienza emozionale che si vuole fare superare, rievocandola così come è stata vissuta, possibilmente anche con le stesse sensazioni corporee (un colore, un odore particolare). Nello stesso tempo, la persona viene invitata a seguire determinate stimolazione proposte dal terapeuta. E’ il cosiddetto stimolo bifocale: la mente è concentrata all’interno sull’evento traumatico, quindi nel passato, ma contemporaneamente si attiva anche all’esterno, seguendo le indicazioni specificate dallo specialista.
Questa doppia stimolazione bifocale creerebbe nei due emisferi cerebrali, il destro e il sinistro, una particolare riconfigurazione delle informazioni che portano alla rielaborazione accelerata dell’esperienza.
Gli stimoli che possono essere proposti dal terapeuta sono i più diversi ma hanno quale caratteristica quella di una veloce ricomposizione del mosaico e l’esperienza che per anni era rimasta bloccata (in linguaggio tecnico si dice disfunzionale) si ripresenta e viene reimmessa nel normale flusso delle esperienze e rielaborata al pari delle altre.
Da che cosa dipende il successo
La tecnica, in apparenza semplice, è in realtà molto complessa. La persona deve essere opportunamente preparata ad affrontare questa metodica, perché nel momento in cui l’esperienza traumatica riemerge si verifica un impatto emotivo fortissimo. Occorre quindi che prima di sottoporsi a queste specifiche sedute, l’individuo, con l’aiuto dello specialista, abbia già sviluppato delle dotazioni di sicurezza psicologiche per far fronte alla nuova situazione.
Il pieno successo della tecnica non è automatico, ma dipende dalla capacità della persona di abbandonarsi all’esperienza e dalla fiducia e la sintonia che nutre verso il terapista.
Il campo di applicazione
La tecnica ha dato esiti molto positivi nei casi in cui era necessario superare esperienze drammatiche quali uno stupro o un gravissimo incidente d’auto.
Si applica con buoni risultati anche in altri campi, per esempio quello delle nevrosi, dell’ansia, delle crisi di panico: anche queste forme di disturbo psicologico in genere riconoscono alla loro base una qualche forma di vissuto traumatico, se non proprio uno shock in senso stretto. Il primo attacco di panico per esempio viene scatenato da un’esperienza che la persona vive come molto disturbante e che si congelerà nella mente.
Ma vi sono alcune persone molto sensibili che restano scosse per anni da episodi per altri banali qual un ingiusto rimprovero scolastico e tutte le volte che, nel corso della vita si ripresenta una situazione che in qualche modo può ricordare loro quell’episodio (un’osservazione non meritata sul lavoro per esempio) cadono in uno stato di depressione inspiegabile.
EMDR: quali benefici
Lavorando con l’EMDR è possibile far riemergere dal profondo della mente di queste persone episodi lontani e far sì che finalmente riescano a superarli.
Quando il metodo funziona la persona si accorge in modo chiarissimo di aver preso la distanza dall’esperienza che prima la turbava, di non esserne più condizionato. Spesso le persone riferiscono di riuscire a rivivere l’episodio dall’esterno, come se ne fossero stati spettatori e non, invece, protagonisti.
Il terapista, all’inizio delle sedute, in base a una classifica specifica “misura” l’impatto emotivo e il disagio provocato dalla rievocazione del ricordo. Dopo un certo numero di stimolazioni si compirà un nuovo riesame della situazione emotiva. La verifica finale è quella in cui la persona riesce a ripensare alla scena traumatica senza che né la mente né il corpo (che si esprime per esempio con segnali specifici come battito accelerato, aumento della sudorazione, rossore, rievocazione di odori o colori) diano messaggi particolari.
Questa tecnica è applicata da una psicologa e psicoterapeuta che ha una formazione specifica e riconosciuta.