Intanto sarebbe utile confrontarsi su cosa siano i matti. La definizione di malattia mentale è molto complessa, lunga da definire e spesso si tratta di definizioni controverse. Per fare prima possiamo dire cosa non sono i matti.

Non è matto un soggetto che vive condizioni di tristezza, che pensa di valere poco e ritiene che gli altri siano sempre più (intelligenti, sicuri, capaci, ecc) di lui.

Non è matto chi vive sentimenti di insicurezza e si sente in imbarazzo ad entrare in un posto nuovo, ad allontanarsi da casa, ad andare in bagno in un luogo pubblico e tutto ciò gli provoca ansia. L’ansia è quella sensazione di malessere che si vive soprattutto a livello corporeo con difficoltà a respirare liberamente, che fa viaggiare il cuore a mille all’ora, che fa venire mal di pancia e desiderio di scappare da quel posto o che impedisce o rende faticoso uscire di casa o andare a lavorare.

Non è segno di pazzia fare cattivi pensieri o avere difficoltà a sostenere delle relazioni sociali o lavorative che a volte fanno star male e mettono in crisi.

Tutte queste emozioni sono normali. Tutti viviamo delle situazioni di questo tipo. Tutti. Solo che in alcuni esse sono più accentuate, o più frequenti, o più intense. Ma si tratta di sensazioni umane e in quanto tali assolutamente normali.

Se si va da uno psicologo per capire e modificare tali vissuti non si è dunque matti ma semplicemente si sta passando un periodo difficile, un momento critico, delle relazioni complicate. Lo psicologo ci aiuterà prima a contestualizzare e a capire poi ci guiderà verso il cambiamento per riacquistare l’equilibrio e la serenità di cui abbiamo bisogno.