Quando una persona vive delle situazioni esistenziali negative, quando sta male psicologicamente e il suo stato emotivo e affettivo costituisce una sofferenza, quando alcuni suoi comportamenti gli risultano insoddisfacenti o sbagliati e controproducenti si interroga. Una prima e immediata risposta è : “io sono fatto così”. Con questa risposta l’individuo “spiega” a se e agli altri i motivi delle sue condizioni psichiche e dei suoi comportamenti. Tale affermazione: “sono fatto così” è spesso seguita da altre che tendono a confermarla e che possono essere :”anche lo zio Piero era come me e mi hanno sempre detto che assomiglio a lui” oppure “dunque non ci posso fare nulla”.

Accade tuttavia altrettanto spesso che la persona stessa si renda conto che tale prima risposta è insufficiente o quanto meno poco utile. E che anche altri: familiari, amici, colleghi di lavoro, ecc. mettano in dubbio tale valutazione e passino a invitare, spronare, rimproverare il soggetto per il suo immobilismo invitandolo a cambiare.

Aggiungiamo anche che molto spesso (per non dire sempre) tali comportamenti del soggetto fanno star male non solo lui/lei ma anche i suoi familiari, amici, parenti, ecc. e che alcuni di questi si arrabbiano a causa di tali comportamenti causando possibili litigi, sofferenze, disagi che possono portare a scelte dolorose. (separazione, divorzio).

E’ sempre vero: “sono fatto così” e “non ci posso fare nulla”? Noi pensiamo di no. Ammesso che la genetica abbia un ruolo così importante e significativo nella vita delle persone è sempre possibile fare qualcosa. Non per cambiare la genetica ma per cambiare la propria vita, la propria sensibilità i propri comportamenti. E’ necessario lavorarci e iniziare con un solo primo passo. Questa vita non mi piace. I miei comportamenti e le mie emozioni mi fanno star male cosa posso fare per cambiare?