Dopo il primo passo niente sarà più come prima. Non nel senso che non succederanno più certe cose negative e non si agiranno più certi vecchi comportamenti ma nel senso che quelle certe cose e quei vecchi comportamenti non avranno più il senso e il significato di prima. Il soggetto si sente stretto in quel ruolo che pure ha interpretato per tanto tempo. Quel copione e quel ruolo nella commedia/tragedia della vita non gli va più bene.
I passi successivi saranno quelli di cercare una via d’uscita. Una via che cambi il percorso. E’ bene sottolineare che si tratta sempre di vie difficili, sconosciute e che possono essere estranee e lontane dalla sensibilità e dalla capacità cognitiva ed emotiva del soggetto.
Si può cominciare col parlarne. Prima con se stessi, ma ciò è già avvenuto all’epoca del primo passo. Però è importante continuare a parlare con se stessi. Parlare con se stessi vuol dire cominciare a riflettere, a non seguire l’onda, la corrente, il meccanismo automatico che ci ha condotto. Pensare vuol dire fermare quello scorrere automatico delle cose e dirsi: così non va. Perché sto male, perché continuo a fare cose che non mi piacciono? Cosa posso fare per interrompere questo meccanismo?
E così la persona può cominciare a parlarne con altri. Con i familiari, o con un familiare in specifico. Oppure con il proprio medico, o con un amico, o magari un collega di lavoro. Non sentirsi solo è l’altro passo fondamentale. Sapere e capire che non si è soli nel proprio star male. E magari così scoprire che anche altri non stanno poi così bene. E che a volte hanno proprio il mio stesso problema. Questa è una scoperta emotiva importante: che quel problema lì non ce l’ho solo io. Non sono solo io “insicuro, con una scarsa autostima, impaurito di non farcela, dipendente dall’alcol, fallito, ecc.” Ce ne sono altri. Molti altri. Dunque significa che si tratta di una questione generale, seria e difficile ma che coinvolge molti. Abbiamo tutti una genetica “negativa”?
Se poi a qualcuno tornasse, in quel momento, il dubbio filosofico sull’origine del proprio malessere, se tornasse a chiedersi se tutto ciò è una questione genetica o è il prodotto di più fattori? Beh se è una mera questione genetica vuol dire che l’evoluzione della specie ci ha lasciato con un sacco di problemi. Problemi che forse tra qualche centinaio di migliaia o milione di anni la genetica avrà risolto visto che l’evoluzione premia gli individui migliori e senza problemi. Ok ma io non ho tutto questo tempo! Nel frattempo cosa faccio? Aspetto o mi do da fare?
A ognuno la propria risposta