La riflessione sul tema della disabilità è piuttosto recente. Sono poco più di 30 anni che tale argomento ha assunto una dimensione che supera il livello degli specialisti e ha trovato diffusione sia nel campo sociale e sanitario che nella pubblica opinione.

Rimane tuttavia un argomento delicato e ancora in buona parte sconosciuto. A ciò si aggiunga che permangono, a nostro parere, parecchi pregiudizi sui disabili, sulle loro capacità e autonomie, sulle loro potenzialità professionali.

Coloro che si occupano professionalmente di disabili in tutte le forme che tale attività comporta: riabilitativa, sociale, di supporto psicologico, finalizzata all’inserimento sociale e lavorativo,ecc. vivono il loro lavoro con grande tensione, impegnando in esso sensibilità e affettività ma anche subendo la fatica e lo stress che tale lavoro comporta.

Un altro aspetto che ci sembra essenziale nell’intervento con i disabili è contestualizzare il loro ambiente familiare e sociale. In special modo la struttura e l’organizzazione della famiglia sono fondamentali per l’operatore che potrà più efficacemente intervenire sul disabile se terrà conto che potranno essere utili anche alcuni interventi di sostegno e di coinvolgimento dei familiari significativi.

Ciò è particolarmente importante in alcuni momenti chiave del ciclo vitale.

Durante l’infanzia quando l’intervento riabilitativo è nel suo massimo sviluppo, durante l’adolescenza quando le differenze e la distanza del giovane disabile dai propri compagni si evidenzia in maniera sempre più definita e specialmente nel passaggio all’età adulta dove si colloca un vero spartiacque nella vita del disabile e della sua famiglia. E’ infatti in quel periodo che la famiglia si rende conto definitivamente delle difficoltà del proprio congiunto, dei gravi limiti all’autonomia personale e deve spesso prendere atto della impossibilità per il proprio caro di accedere ad una attività lavorativa.

La proposta da parte degli operatori di inserimento in un centro diurno, per esempio, è spesso un momento difficile e delicato per i genitori che debbono essere sostenuti e appoggiati.

Ci sono poi molte attività che i servizi pubblici e le associazioni dei familiari e del volontariato possono fare a favore delle famiglie: momenti di festa, di svago, di vacanza e di tempo libero fino a progettare servizi di accoglienza residenziale per quelle situazioni dove la famiglia non è più in grado da sola di far fronte ai bisogni assistenziali del proprio familiare.

Il nostro studio offre attività formative finalizzate sia ad aumentare e migliorare le offerte di attività a favore dei disabili e delle loro famiglie ma anche ad aiutare gli operatori ad affrontare il carico emozionale che questo tipo di lavoro comporta.