In tutte le organizzazioni esiste il problema della gestione delle risorse umane generalmente strutturate in gruppi di lavoro. Questi gruppi possono essere sia mono professionali che pluri professionali.
In molte organizzazioni ci sono sia esigenze di incontro tra operatori che fanno lo stesso mestiere che incontri tra operatori che lavorano, con professionalità diverse, nello stesso gruppo di lavoro.
Pensiamo per es. al ruolo dell’infermiere, o dell’operatore socio assistenziale, o invece al gruppo di operatori di un reparto ospedaliero o di una casa protetta.
Nei primi casi l’eventuale gruppo di lavoro è concentrato sulle caratteristiche del proprio ruolo professionale, sui compiti e sulle funzioni dello stesso; nei secondi esempi il gruppo di lavoro è più concentrato sul funzionamento del reparto, sul ruolo complessivo di tutti i componenti del gruppo di lavoro, sui rapporti interni ed esterni del servizio e delle singole professioni.
In entrambi i casi tuttavia la gestione del gruppo di operatori è affare complicato, delicato e pieno di conseguenze sotto diversi aspetti.
Una buona gestione del gruppo può portare a risultati positivi sul piano della soddisfazione e della crescita personale e professionale dei componenti il gruppo stesso, a una diminuzione delle assenze improprie, a una diminuzione del burn out e a un conseguente aumento della produttività aziendale e della soddisfazione degli utenti.
Diminuisce la conflittualità all’interno del gruppo e migliorano le relazioni con gli altri servizi e con l’amministrazione vista spesso, in quasi tutte le organizzazioni, come lontana e sorda.
Gli operatori che usufruiscono di momenti di lavoro gruppale aumentano la capacità di comprensione del funzionamento dell’organizzazione e le motivazioni della organizzazione stessa. Si sentono partecipi di un gruppo e di un progetto e diminuisce la lontananza dalla gerarchia e nella filiera organizzativa.
Il compito di chi gestisce un gruppo di operatori, sia mono professionali che di professionalità diverse, è perciò un compito delicato e cruciale nelle organizzazioni ed appare molto importante formare in maniera specifica e specialistica questo tipo di personale. Gestire un gruppo non è infatti un compito “naturale”. Non basta essere particolarmente competenti nel proprio ruolo professionale per essere in grado di svolgere un ruolo di direzione dei colleghi o del gruppo di lavoro in cui si è inseriti.
Gestire un gruppo significa essere in grado di svolgere sia un ruolo tecnico di competenza nel campo sia, soprattutto, un ruolo reale e simbolico di punto di riferimento e di guida. Al responsabile si chiede certezza, sicurezza, guida, conforto, confronto. Rispondere a tutte queste richieste rappresenta dunque un compito complesso su cui si può lavorare per apprendere tecniche di gestione ma soprattutto per imparare a conoscere se stessi, le proprie caratteristiche di “personalità”, le proprie reazioni a determinate richieste e/o comportamenti dei colleghi e collaboratori. Si può cioè imparare a “saper essere” dopo aver superato la fase del “sapere” e del saper fare”.
Una formazione utile per imparare a essere gestori di gruppi di operatori è rappresentata da una attività gruppale dove conoscere altri che svolgono lo stesso nostro compito ci permette di confrontarci con loro sulle nostre/loro modalità di lavoro rispecchiandosi negli aspetti “positivi e condivisi” o “negativi e non condivisi” e sulle nostre reazioni a queste esperienze.
Vuol dire iniziare a riflettere sulle modalità reali e non teoriche con cui si esercita la nostra attività di gestione e direzione degli altri iniziando a comprendere le radici profonde del nostro stile personale e le ragioni delle nostre scelte.
Questo tipo di formazione si struttura in circa 10 incontri di 2 ore ciascuno svolti a distanza di un mese l’uno dall’altro salvo i primi due/tre che si possono svolgere a distanza di 2 settimane per aiutare il gruppo a costituirsi.