L’organizzazione del lavoro di tutte le organizzazioni complesse esige che il personale sia organizzato e diviso in gruppi di lavoro.
Tali gruppi possono essere di varia natura ma fondamentalmente si tratta di gruppi orizzontali, formati cioè da persone con la stessa funzione, e gruppi verticali dove cioè il gruppo al completo svolge una funzione complessa alla cui realizzazione partecipano persone con diversi ruoli all’interno dei quali esiste anche una gerarchia.
In una organizzazione complessa si possono così determinare varie esigenze rispetto alla gestione del personale, delle attività, della organizzazione, del budget, ecc.
Può dunque essere necessario che il gruppo orizzontale dei pari si ritrovi (a volte con la partecipazione del superiore o a volte su indicazione del superiore, a volte per mere esigenze di confronto, ecc.) per discutere del proprio ruolo professionale e/o della funzione assegnata, delle difficoltà organizzative, dei modelle e dei metodi di gestione dei collaboratori, del miglioramento e della omogeneizzazione delle prestazioni, della valutazione della efficienza e della efficacia, e altro ancora.
Altra eventualità è che sia opportuno, o utile o anche necessario che sia il gruppo verticale che si ritrova per la normale organizzazione e funzionamento del servizio, per analizzare il proprio funzionamento, per valutare le relazioni interne ed esterne, i punti di forza e punti di debolezza, per definire eventuali situazioni di sofferenza o conflittuali, e altro ancora.
In entrambi i casi può risultare molto utile organizzare un lavoro di gruppo, col gruppo interessato, per permettere al gruppo stesso l’analisi del proprio ruolo, del proprio funzionamento e per analizzare eventuali situazioni di sofferenza di singoli componenti o dell’intero gruppo. Questo lavoro permette di valutare forme di cambiamento che, essendo definite assieme dalle persone coinvolte, ha la massima possibilità di essere attuato.
A proposito dei cambiamenti dei gruppi bisogna infatti fare una importante premessa metodologica. E’ noto che il gruppo, come insieme di elementi, non è la somma delle parti e non è definibile a priori valutando i singoli elementi che lo compongono ma, diversamente, è il risultato mutabile e sempre in movimento dell’insieme delle relazioni tra i suoi diversi componenti.
Per cambiare il funzionamento profondo e non superficiale (spesso apparente) del gruppo non basta perciò operare dei cambiamenti “singoli” ma è necessario che questi input che vi si immettono siano produttivi di ulteriori e diversi cambiamenti delle relazioni, dei modi di sentire, dei modi di interpretare ciò che accade e di dare perciò valore diverso ai fatti e ai comportamenti, ecc.
Per migliorare la vita dei gruppi e il loro funzionamento, con evidenti ricadute sul piano della produttività sia in termini qualitativi che quantitativi, è possibile attuare un lavoro di formazione e crescita del gruppo attraverso una serie di incontri della durata di circa 1 ora e mezzo/due ore che vanno da un minimo di 5/6 a 10. La dimensione di 10 incontri è spesso consigliata per permettere un approfondimento della interiorizzazione di quanto emerge dagli incontri, una progressiva attenuazione delle difese (psicologiche) più rigide e l’assunzione “convinta” di nuovi modelli di funzionamento.