I servizi che si occupano di tutela dei minori e della famiglia svolgono una funzione molto importante e delicata. Si trovano nella condizione di dover esercitare compiti estremamente complessi che suscitano forti risonanze emotive. Nei cittadini che sono oggetto delle indagini e degli interventi dei servizi, nella società più in generale che si chiede quali siano gli ambiti di questi interventi, negli operatori direttamente coinvolti in quelle funzioni.

Riflettere su questo tema è perciò una necessità perché gli operatori dei servizi di tutela si trovano molto spesso nella condizione di essere criticati per il loro fare e di essere altrettanto criticati per l’eventuale non fare.

Accade spesso che l’intervento dei servizi sia vissuto dall’opinione pubblica come invasivo e intromissivo nella privacy familiare e che in altre situazioni il mancato intervento sia sanzionato come omissivo e come caratterizzante la mancata assunzione di responsabilità.

Si potrebbe dire che il servizio di tutela dei minori è a rischio in qualsiasi momento della propria attività.

Ma allora cosa bisogna fare per svolgere correttamente il compito assegnato? Quali strategie è bene utilizzare per mettere in atto azioni corrette sul piano giuridico, sociale, psicologico?

Una prima sintesi potrebbe essere che si fa tutela del minore facendo anche, nello stesso tempo, tutela della famiglia. Difendere e tutelare un bambino è un perciò un compito che coinvolge anche la difesa e la tutela della sua famiglia. Questo non vuol dire che in alcuni momenti i meccanismi dell’intervento complessivo non ci debbano portare a scelte importanti e sempre dolorose come l’allontanamento del minore dai propri familiari.

In alcune fasi dell’intervento infatti per poter aiutare la famiglia a ridiventare capace di genitorialità positiva è fondamentale mettere prima al sicuro il bambino da una condizione contingente di pericolo. Questo però è solo il primo pezzo del lavoro a cui è necessario far seguire la valutazione della genitorialità che consiste, innanzitutto, nel dare un senso alla fase critica che sta attraversando quel nucleo tanto da averlo portato a una condizione di malessere generale e di concreto pericolo psico fisico per i figli.

L’intervento che si concentra nel dare un senso agli accadimenti, anche a quelli più negativi e non accettabili, è un intervento che può permettere agli adulti in difficoltà di trovare il filo da riannodare per salvare una condizione familiare e genitoriale andata in crisi.

E in questo lavoro qual è il ruolo dei diversi operatori?:

  • assistente sociale,
  • psicologo,
  • educatore professionale.

Come si integra il loro lavoro? E ancora.

E’ sufficiente l’attività del servizio tutela minori o è utile e a volte necessario coinvolgere in questo processo altri servizi sociali e sanitari?

Quando e perché coinvolgere il servizio sociale adulti per attività di sostegno ?

Quando e perché coinvolgere altri servizi sanitari quali il Sert o il Servizio di Salute mentale?

Quale ruolo assegnare ad ognuno?

Quando è utile e/o necessario segnalare la situazione alla Magistratura Minorile?

Come si prepara una segnalazione?

Cosa è bene scrivere nella segnalazione e cosa è utile e/o necessario chiedere al magistrato?

Sono solo alcune delle tante problematiche che si possono analizzare assieme in una attività di formazione che il nostro studio può offrire attraverso una proposta mirata e specifica che interpreti le esigenze di quel particolare servizio, con quella determinata organizzazione, con la presenza di quel tipo di operatori, ecc.