I temi del maltrattamento, dell’incuria, dell’abbandono e dell’abuso a minori sono temi che concernono molti operatori e diversi servizi. Si pensi, in primis, alle assistenti sociali, agli psicologi e agli educatori dei servizi di tutela minori, ma anche agli operatori dei consultori familiari, dei servizi di salute mentale e dei Sert. Ciò solo per restare nell’ambito dei servizi socio sanitari. A questi possiamo infatti aggiungere subito tutto il personale delle agenzie educative e delle scuole, specialmente dell’infanzia ed elementari nonché dei centri per le famiglie e dei servizi sociali generali.

Questo per dire che si tratta di argomenti complessi, che coinvolgono l’intera rete dei servizi socio sanitari ed educativi e per aggiungere che si tratta di temi difficili e delicati sia sul piano scientifico e culturale che sul piano delle risonanze emotive personali che essi suscitano negli operatori coinvolti.

La formazione e l’aggiornamento su tali argomenti è dunque assolutamente necessaria ed è bene che sia ricorrente e continua poiché la conoscenza di questo mondo aumenta e si approfondisce continuamente.

Gli argomenti che proponiamo sono i seguenti:

  • Cosa intendiamo quando parliamo di:
    • Maltrattamento…
    • Incuria…
    • Abbandono…
    • Disagio…
    • Abuso…

…su minori?

  • Quali sono gli effetti di tali esperienze per lo sviluppo psicologico, intellettivo e sociale del minore?
  • Chi sono le persone che mettono in atto tali comportamenti?
  • Che ruolo genitoriale giocano?
  • Che tipo di adulti sono e che tipo di bambini sono stati essi stessi?
  • Quali sono i primi interventi che un servizio deve mettere in campo per intervenire correttamente?
  • Quando è necessario segnalare la situazione alla Procura della Repubblica Minorile e per ottenere che cosa?
  • Quando la segnalazione deve essere inviata anche alla Procura presso il tribunale ordinario?
  • Come si scrive una segnalazione, quali sono le notizie importanti da inserire?
  • Quali interventi urgenti si possono attuare per sottrarre il minore ad una condizione di grave pregiudizio?
  • Quali sono le basi giuridiche che sostengono l’intervento dei servizi a tutela dei minori e quali sono le responsabilità e il ruolo degli operatori in questo campo?

Le domande potrebbero continuare. Come si può constatare si tratta di argomenti importanti che meritano il giusto e necessario approfondimento.

Riteniamo di terminare questa presentazione con due “ultimi” temi che in realtà sono temi fondanti ed essenziali per affrontare correttamente la problematica sopra indicata.

Si tratta del ruolo della rete dei servizi e della risonanza emotiva personale che tali argomenti suscitano in che si occupa di queste questioni.

Relativamente al primo punto riteniamo di dover dire che la tutela dei minori si può fare bene solo se è organizzata attraverso l’intervento coordinato e congiunto di diversi servizi sociali, sanitari, educativi, del volontariato, ecc. Ciò perché gli interventi che è necessario attuare sono numerosi e concernono servizi con finalità diverse fra loro. Pensiamo, solo per fare un esempio, ad una famiglia dove è necessario intervenire per tutelare un bambino ma dove è anche necessario chiedere al centro di salute mentale una valutazione e/o una presa in carico di un genitore e nella quale è utile confrontarsi con la scuola frequentata dal minore per raccogliere dati e informazioni o per monitorare la situazione.

Relativamente al secondo tema si tratta di un argomento molto importante e delicato perché l’influenza sul piano emotivo/affettivo personale che provocano le situazioni di maltrattamento infantile sono forti e certe. E se gli operatori dei servizi di tutela minori sono spesso più pronti, abituati e sperimentati non è lo stesso per gli insegnanti, per il medico di base o per il volontario che incontrano per la prima volta una situazione di tal genere.

In alcuni casi l’impatto emotivo può portare ad accentuare la preoccupazione di chi incontra queste situazioni o, al contrario, a minimizzarla. La capacità di decidere in maniera serena e professionalmente adeguata può dunque essere compromessa ed è perciò necessario che la formazione sostenga gli operatori anche sul piano della risonanza emotiva che tali argomenti comportano per ciascuno oltre che, naturalmente, per gli opportuni e necessari approfondimenti scientifici.

In base alle esigenze dei singoli servizi e alle caratteristiche dei diversi operatori sarà possibile definire un progetto di formazione specifico e mirato realizzato da personale con lunga esperienza sul campo.