La Stampa, 7 Ottobre 2013.

La seconda unione ha caratteristiche differenti dal primo matrimonio, si basa spesso sull’empatia, autenticità e non su scelte illusorie di adolescenziale memoria.

“Datevi il cuore, ma l’uno non sia rifugio dell’altro, soltanto la mano della Vita può contenere i vostri cuori. Emergetevi insieme, ma mai troppo vicini: il tempio ha colonne distanti e la quercia ed il cipresso non crescono mai l’una all’ombra dell’altro….”

Gibran 1923.

Oggi la coppia, come ben sappiamo, non gode affatto di buona salute e ad un primo matrimonio, ne segue spesso un secondo.

Tra i sociologi americani, emerge la tesi di Sandy Burchsted, la quale sostiene che la vita si è notevolmente allungata, unitamente alle nostre aspettative di vita e di felicità; diventa quindi illusorio, secondo la ricercatrice, immaginare di rimanere per tutta la “vita adulta” sempre accanto allo stesso partner.

Secondo il prof Willy Pasini, esistono ben tre matrimoni:

  1. Il primo matrimonio, detto “icebreaker marriage”, chiamato così perché “rompe il ghiaccio”. Questo matrimonio, è essenzialmente un matrimonio di prova, che solitamente termina con le prime rappresaglie e delusioni.
  2. Il secondo matrimonio, detto “parenting marriage” è quello tramite il quale si diventa genitori. E’ il legame che dura di più, circa 15/20 anni e si conclude con la conclusione del ruolo genitoriale/parentale, quando cioè i figli vanno via da casa, coincide infatti con la crisi, detta per l’appunto, “sindrome del nido vuoto”.
  3. Il terzo matrimonio, viene detto “self marriage”, legame chiaramente incentrato su se stessi. E’ il matrimonio dell’autorealizzazione, dell’evoluzione personale e della crescita della persona.

Gli americani, in realtà sono veloci in tutto, nello sposarsi, così come nel separarsi, ma le tappe evolutive dei partners sono estendibili anche al popolo italiano, il quale è chiaramente caratterizzato dal fenomeno dei due matrimoni.

Il primo è quello tramite il quale si hanno dei bambini e si va via dalla casa genitoriale, il secondo invece è della “realizzazione personale”, il quale avviene dopo la soglia del quaranta/cinquanta.
Il primo partner, che ha contribuito all’allontanamento dalla casa paterna, nel tempo, non interessa ed emoziona più, viene percepito infatti dall’estraneo sapore e, se pur scaldati dall’affetto, i coniugi avvertono forte la necessità di un cambiamento.

Le motivazioni che sottendono la scelta del secondo partner

Lo stare in coppia rappresenta una necessità per gli individui, la relazione diventa il “contenitore” nel quale potersi rispecchiare e vedere la propria “immagine interna” riflessa, così come l’unica modalità per far nascere parti psichiche, altrimenti mai nate.
L’uomo/donna, dopo una separazione, solitamente tende a ricongiungersi con un altro partner, al fine di ritrovare l’equilibrio smarrito.

Le motivazioni che sottendono la scelta del secondo partner, sono più o meno le medesime che regolamentano la scelta del primo, ma con la speranza di trovare “l’uomo/donna giusto/a” al fine di percorrere l’ultima parte di vita in buona ed appagante compagnia.
La spinta biologica e l’attrazione sessuale, interferiscono, anche se con modalità differenti, per l’intera vita.

Nel primo matrimonio, il desiderio sessuale è solitamente correlato alla prosecuzione della specie: l’obiettivo primario della coppia è infatti quello di mettere al mondo dei figli; il secondo legame ha caratteristiche ben distinte, segue infatti la ricerca dell’empatia mentale, della complicità, dell’empatia sessuale e  la ricerca del piacere per il piacere dell’atro/a.

Freud, già nel 1929, sosteneva che la sessualità non va posta alla stregua degli altri bisogni, ma al centro della vita stessa.
Sempre Freud riteneva che la dimensione del piacere, sia lo scopo della vita stessa e che porta poi, non solo ad una dimensione di sicurezza, ma anche di felicità.
Il messaggio di Freud fu considerato errato e si dovette aspettare la rivoluzione sessuale (1968) per coglierne il reale significato.
Un rapporto sessuale soddisfacente per entrambi i partners, diventa un bisogno centrale nella vita di una coppia, rappresenta infatti il suo collante ed il suo “colore”.

La ricerca di una, anzi della “relazione d’amore”, rimane sempre il sogno di ogni essere umano, soprattutto nella cultura occidentale.
La ricerca d’amore muove le fila per la costruzione di tutte le coppie, da quella infantile, a quella adolescenziale, fino ad arrivare alla vita adulta.
Dopo il fallimento del primo matrimonio, anche in età avanzata, i partners tenderanno a ricostituire una “coppia stabile”, che sappia sanare le ferite del passato e soprattutto quelle ricevute in dote dalla coppia precedente.

Il destino della seconda coppia

La seconda coppia, non correla sempre ad un successo annunciato, ma dipende dalla presenza/assenza di infinite variabili intrapsichiche e relazionali, tra le quali:

1 – La modalità con cui è avvenuta la separazione: se il divorzio non è stato caratterizzato da un “divorzio psichico” ed i due partners rimangono ancora invischiati ed ancora legati, ci sono buone probabilità di fallimento del secondo legame. L’elaborazione del lutto è quel processo psichico che segue sempre una separazione e necessita di tempi adeguati, non sempre dalla semplice e breve risoluzione.

2 – Un altro elemento che correla con la riuscita o meno del secondo legame dipende da quanto l’ “immagine interna/ideale dell’altro” si avvicina all’altro, quale cioè è realmente, scevra da proiezioni, fantasie ed illusioni d’amore.

3 – Un terzo elemento, non di minor importanza, è la presenza o meno della “coazione a ripetere”. Molti partners scelgono, senza alcuna capacità di elaborazione, partners simili ai precedenti, andando incontro a reiterati fallimenti sentimentali. In questo caso, un intervento psicoterapico diventa indispensabile, diversamente si corre il rischio di una seconda o addirittura terza separazione.

Lo scenario che spesso si delinea è quello di una ricerca infinita legata al bisogno di trovare in ogni modo il partner sognato, immaginato, idealizzato, finendo spesso con un “partner/compromesso” o di “ripiego”.

Nonostante tutto, la seconda coppia, rispetto alla prima, raggiunge sempre un’intesa ed un’empatia migliore in ogni campo della vita. La scelta del secondo partner passa essenzialmente dal riconoscimento dei desideri inconsci, finalmente elaborati e soprattutto ascoltati da parte dei protagonisti della scelta d’amore.
Con il secondo partner, di solito, si può realizzare quel “progetto di vita” fallito la prima volta ed assaporare una “vita emozionale e sessuale” vibrante ed appagante non solo all’inizio, ma per il resto del legame d’amore.

Per approfondimenti, suggerisco le seguenti letture:

A cura di Dr.ssa Valeria Randone

Bibliografia:

  1. “Innamoramento ed amore” Garzanti Milano 1979 Baldaro Verde
  2. “Illusioni d’amore” Raffaello Cortina, Milano Baldaro Verde
  3. “Identità sessuali, tra mito e scienza” Franco Angeli Milano
  4. “I Nuovi comportamenti amorosi, coppia e trasgressione ” Mondadori 2007
  5. Francescato D., 1992, Quando l’amore finisce, Il Mulino, Bologna.
  6. Francescato D., 1994, Figli sereni di amori smarriti, Arnoldo Mondadori, Milano.
  7. Francescato D., Spaltro M. A., Locatelli M., Prosperi P., 2001, Il cambiamento del ruolo paterno attraverso dodici storie di padri.  M. Andolfi.
  8. Andolfi M., (2001) La crisi della coppia, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  9. Scabini E., Cigoli V., 2000 Il famigliare: legami simboli e transizioni, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  10. Valeria Randone “Sex and the sicily” 2012 Novacento Editore