Focus, 19 Gennaio, 2015.

Non solo Blue monday: 350 milioni di malati nel mondo. Peggiora senza lavoro. Colpisce gli under 35. È bugiarda. Ma bisogna parlarne. E imporsi una routine.

Il lunedì più deprimente dell’anno è arrivato.
È stato ribattezzato Blue monday e cade il terzo inizio di settimana di gennaio.
Lo psicologo dell’Università di Cardiff, Cliff Arnall, ha calcolato tramite un’ equazione (che prende in considerazione meteo, debiti accumulati per i regali di Natale, calo di motivazione e la crescente necessità di darsi da fare) che il giorno in cui ci sentiamo più tristi è questo.
La depressione del resto, strane ricorrenze a parte, è ormai la seconda malattia più diffusa a livello globale.
PROVOCA 850 MILA MORTI. Il fenomeno interessa almeno 350 milioni di persone nel mondo e provoca 850 mila morti.
Alle casse dell’Europa costa qualcosa come 92 miliardi di euro all’anno.
Negli ultimi decenni il numero di persone colpite è aumentato vertiginosamente, confermando il nesso con la crisi economica.
IN ITALIA 2,4 MILIONI DI MALATI. In Italia, Paese che ha subito in particolar modo la recessione, secondo il rapporto dell’Istat “Tutela della salute e accesso alle cure” del 2013 sarebbero 2,4 milioni le persone depresse.
Dal 2005 a oggi è quasi raddoppiato il numero di chi lamenta tra i problemi da affrontare quello del lavoro (dal 4,3 al 7,4%).
SONO PEGGIORATI GLI UNDER 35. Una ricerca del British medical journal (Bmj) ha fatto emergere come in Italia nel 2012 il numero di persone afflitte di depressione sia aumentato di un terzo tra gli under 35 rispetto agli anni pre-crisi.
Sempre il Bmj ha inoltre pubblicato una ricerca delle università di Oxford, Bristol e Hong Kong secondo la quale comparando i dati del periodo 2000-2007 con quelli del 2009 (l’anno dell’inizio della crisi), in Europa ci sarebbero stati ben 5 mila suicidi in più.
IL 25% HA MALATTIE MENTALI. Non solo, secondo la ricerca “Mental Health Foundation. Mental Health Statistics” presentata a Londra nel 2014, almeno un quarto dei cittadini in età lavorativa ha sofferto almeno una volta di una malattia mentale compresa la depressione.
Per affrontare e battere la patologia ci sono nove aspetti da sapere analizzati dal sito Vox News.

1. È bugiarda: fa pensare di sé cose non vere

La depressione è un male mentale e bugiardo.
Bisognerebbe ricordare a se stessi in ogni momento che questa malattia ci racconta frottole continuamente, sia di giorno sia di notte.
Tipico dei depressi infatti è pensare di sé cose sbagliate. Per esempio di essere odiati dalla propria famiglia e dagli amici, oppure di essere dei falliti.
È DIFFICILE PERCEPIRLO. Si tratta di bugie, ma non è semplice comprenderlo. Spesso si riesce a percepirlo solo dopo un lungo percorso di terapia e consapevolezza.
Quando una persona è afflitta da depressione crede realmente a tutte le costruzioni mentali che frullano nella sua testa, dimenticandosi del fatto che si tratta di falsità.

2. È prepotente: ma non si può ignorarla

La depressione è prepotente. Una sorta di bulletto che conosce nel dettaglio tutte le debolezze delle sue vittime e soprattutto ricorda perfettamente tutte le cose negative delle loro vite, omettendo quelle positive.
Spesso quando qualcuno si deve relazionare con un bullo o un prepotente tende a ignorarlo, ma questa tecnica è inutile nei confronti della depressione.
SI FA STRADA NEL CERVELLO. Essa infatti non vuole essere ignorata. Deve essere affrontata di petto perché tenterà di utilizzare ogni opportunità per farsi strada.
Insomma: se siete depressi e farete finta di niente, rischierete che il vostro male avanzi inconsciamente all’interno del cervello. E a quel punto diventerà molto più difficile affrontarlo.

3. Il suggerimento: parlane con qualcuno

Si tratta del segreto di Pulcinella forse, eppure è un ottimo consiglio: parlarne con qualcuno funziona.
La depressione può avere le origini più disparate ed è proprio questo che rende difficile affrontarla.
Il problema è che può portare persone che soffrono di un quadro clinico complicato anche a meditare il suicidio se dovessero sentirsi sole e isolate.
FAMIGLIA O TERAPEUTA. Per questo quando uno ha anche solo il sospetto di relazionarsi con una persona che soffre al punto da potersi fare del male, dovrebbe intervenire parlandone con qualcuno: alla famiglia o invitandolo a rivolgersi a un terapeuta.
I depressi difficilmente riescono a uscirne da soli e senza aiuto perché si tratta di un male che arriva a distorcere i pensieri. E nessuno può guarire senza dei validi alleati perché essere oggettivi con se stessi diventa impossibile.

4. Attenzione al suicidio: pensieri passivi diventano progetti attivi

Innanzitutto bisognerebbe chiarire che per  pensieri “suicidi attivi” si intendono quelli che portano a immaginare la propria morte nel futuro, a prefigurare in qualche modo un intento o un progetto in questo senso.
«SPERO DI NON SVEGLIARMI». Ma ci sono anche altre idee apparentemente più innocue – come «vado a dormire e spero di non svegliarmi domani» – che si definiscono “suicidi passivi”.
In questo caso non si tratta di reali intenti che prevedono piani concreti, ma solo fantasie emerse a causa della depressione. E non bisogna sottovalutarle. A furia di elaborare pensieri passivi è possibile che si trasformino in progetti attivi.

5. Non porta tristezza: più corretto parlare di intorpidimento

Spesso si tende a confondere la depressione con la tristezza.
Sicuramente esiste un nesso e a volte la depressione può portare alla tristezza. È chiaro che chi è afflitto da depressione tenderà a vedere le cose in un certo modo, ma più che tristezza e malinconia sarebbe forse più corretto parlare di “intorpidimento” (numbness).
BOOM IMPROVVISO DI SENTIMENTI. In sostanza è come se la depressione prendesse i sentimenti e li imbottigliasse per poi liberarli senza preavviso in esplosioni spiacevoli.
È un po’ come se, utilizzando un paradosso del novellista Terry Pratchett, «apri la scatola con il piede di porco che troverai all’interno».
Le emozioni positive sono chiuse all’interno di una scatola assieme al piede di porco per aprirla.

6. Consapevolezza, che guaio: si può essere malati senza accorgersene

Anche se sembra impossibile, si può soffrire di depressione anche senza accorgersene.
Se ci si trova nella condizione dell’intorpidimento diventa difficile realizzare di vivere qualcosa di diverso nel proprio comportamento ordinario.
CI SI RENDE CONTO E METÀ PERCORSO. Spesso ci si rende conto di essere depressi non all’inizio, ma a metà del percorso. In questo senso le persone care possono essere un valido aiuto.

7. Spie rivelatrici: vestirsi male e trascurarsi

Spesso chi è malato vede limitate le proprie capacità di portare a compimento anche compiti considerati elementari e che non sarebbero affatto un problema per persone “sane”.
Anche il modo di vestirsi e il trascurare se stessi possono diventare una spia rivelatrice della depressione. E in questo senso amici e persone care possono essere utili nel farlo notare.
NON SI È PROPENSI A DISCUTERNE. Nel caso si conosca qualcuno che sembra scivolare nella depressione sarebbe opportuno parlargliene, magari con calma, dal momento che chi ne soffre difficilmente è propenso ad affrontare il tema.

8. Il nemico è la mancanza di routine: bisogna imporsi un’organizzazione

Quando qualcuno è depresso l’idea di rispettare la routine e dover sottostare alle norme rigide di una sovrastruttura diventa insopportabile.
Ma allo stesso modo lunghi periodi senza alcuna organizzazione possono portare alla creazione di un clima propenso a sfociare nella depressione.
LA TESTA VA TENUTA OCCUPATA. Per questo motivo esiste un nesso molto importante tra depressione e disoccupazione. E per lo stesso motivo sarebbe molto importante imporsi una certa routine da applicare alle proprie giornate in modo da tenere la testa lontana dai pensieri negativi.

9. Esiste comunque una speranza: non si è mai soli

Infine bisogna ricordare a chi soffre di depressione che esiste una speranza.
Non si tratta della fine del mondo o della propria esistenza. È qualcosa di cui bisogna occuparsi e che richiede molto lavoro, man mano sempre più facile col tempo.
RELAZIONARSI IN MODO COSTRUTTIVO. Con il passare degli anni insomma ci si può relazionare in modo costruttivo con la depressione. Soprattutto ricordandosi qualcosa di importante: non si è mai da soli.

di Daniele Cardetta